sabato 18 aprile 2015

Perchè il mondo antico è diventato cristiano


Giovedì 16 aprile, nell'auditorium della sala V. Vailati, il prof. Giuseppe Fidelibus, ricercatore di Filosofia Teoretica presso l'Università di Chieti, ha introdotto il libro di Gustave Bardy 'La conversione al cristianesimo nei primi secoli' .
Ha iniziato con una provocazione, osservando che certamente non è questo un tema al centro delle nostre preoccupazioni quotidiane o al centro di tanti didattiti: il libro, quindi, sembrerebbe decontestualizzato. Forse, ha proseguito, solo se raggiunti personalmente da fatti come il martirio dei cristiani di oggi un libro di tal fatta può oltrepassare il fascino di una pura lettura e interpellare chi lo legge. Il cristianesimo, infatti, è violentemente perseguitato in Oriente e subdolamente perseguitato in Occidente a causa della sua pretesa di verità. Ma noi possiamo rendercene conto solo se troviamo un nesso personale, assolutamente personale, con tale pretesa .


Normalmente, invece, lo si guarda in altro modo, lo si mette sul banco degli imputati per il fatto di essere stato per tanti secoli una religione di persecutori, di potere.
Bardy richiama i primi secoli, prima di Costantino, quando la conversione al cristianesimo è avvenuta per motivi ben diversi da quelli legati a logiche 'mondane'.
Di che cosa si tratta dunque quando si parla di cristianesimo? In forza di quali ragioni il cristianesimo è diventato, da gruppetto minoritario, un fenomeno di massa? Il testo ci spinge a chiederci: perchè io sono cristiano, se lo sono? a quale proposta aderisco, se aderisco? per quale motivo? Queste domande sono rimbalzate nel mondo pagano di allora, piuttosto formalista. ( Il formalismo, ha spiegato il professore, significa che il culto è esterno alla vita). Il libro si conclude con il fenomeno dell'apostasia, che è il rovescio della conversione.A questo punto, dal ricordo di Giuliano l'Apostata, l'imperatore romano che rifiutò il cristianesimo e restaurò il culto pagano, siamo tornati ai nostri giorni. In molte religioni attuali, si è constatato, c'è un'opposizione alacre non solo alla conversione ad altre religioni, ma all'apostasia. Mentre nel cristianesimo c'è la possibilità giuridica dell'apostasia. Quando non c'è conversione, ma solo formalismo religioso, non c'è apostasia.
L'ultima parte della relazione ha preso in considerazione l'espansione del cristianesimo nel mondo antico.
La religione, secondo il prof. Fidelibus, poneva all'uomo pagano un problema: non lo sosteneva quando egli si poneva delle domande circa ciò che è vero e ciò che è falso. Vigeva una ferrea distinzione tra ragione e religione, le domande della ragione erano estranee all'ambito della religione pagana.
Non c'è conversione al cristianesimo senza avvertire la ricomposizione di questa divisione, non in forza di un proprio sforzo, ma per la rivelazione di un Amore. Prima di tutto c'è un Dio che si converte all'uomo, che si fa compagno all'uomo. Si chiama Cristo. Nasce una novità di vita.
La conversione al cristianesimo nei primi secoli inizia per una commozione.

Gemma Barulli